segunda-feira, julho 20, 2009

Madeira: ameaça do ministro Tremonti foi de 9 de Julho

É de 9 de Julho a notícia sobre a Madeira, publicada por um jornalista, Roberto Petrini, intitulada "E Tremonti mette tra i paradisi fiscali Gran Bretagna, Olanda e Irlanda": "Fuga in avanti dell' Italia sulla disciplina dei paradisi fiscali, proprio mentre al G8 dell' Aquila si tenta di individuare regole comuni. Con una norma, contenuta nel decreto anticrisi del governo varato il 1° luglio scorso, il ministro dell' Economia Tremonti ha stabilito nuovi parametri che danno vita ad una sorta di originale black list parallela e più ampia di quella dell' Ocse già recepita dalla nostra legislazione. La sorpresa è che con questi nuovi parametri alcuni importanti partner europei, come la Gran Bretagna, L' Olanda, l' Irlanda e alcune zone fiscali del Portogallo (come Madeira) e della Spagna (come le isole Canarie), rischiano di cadere inesorabilmente sotto la scure della legislazione italiana alla stregua degli «stati canaglia» come le Cayman o Isole Cook. La norma è contenuta nell' articolo 13 del decreto legge appena arrivato alla Camera in base al quale le holding industriali, le banche e le assicurazioni italiane, che si sono insediate in un paese dove riescono pagare la metà delle tasse che avrebbero dovuto in patria, cadono automaticamente sotto le procedure previste per i «paradisi fiscali». In pratica, visto che l' aliquota Ires nel nostro paese è pari al 27,5 per cento, ogni società che «emigra» in uno stato estero e riesce a spuntare un costo effettivo delle tasse societarie inferiore al 13,75 per cento, considerate detrazioni e deduzioni, rischia di cadere nelle maglie della norma e di essere convocata dal fisco per pagare l' intera aliquota prevista nel nostro paese. L' aspetto imbarazzante della normativa è che colpirebbe investimenti di aziende italiane in paesi europei dell' Unione come la Gran Bretagna, l' Olanda, l' Irlanda e di alcune zone di Portogallo e Spagna. In Gran Bretagna, ad esempio, l' aliquota legale sulle società è del 30 per cento ma viene mitigata da una totale deducibilità degli interessi passivi (mentre nel nostro paese la deducibilità è limitata al 30 per cento dell' utile lordo): questo meccanismo può comportare, per alcune aziende, una discesa dell' aliquota effettiva pagata in Gran Bretagna sotto il tetto del 13,75 per cento previsto e può far scattare l' applicazione dell' imposta italiana. La «tagliola» rischia di colpire anche investimenti di nostre aziende all' estero già realizzatie potrebbe violare le norme della concorrenza limitando la libertà di stabilimento delle imprese italiane. Oltre alla Gran Bretagna c' è il caso dell' Irlanda: qui non si pone neppure il problema delle deduzioni in quanto l' aliquota sulle società è al 12,5, già sotto il livello «incriminato». Un caso particolareè quello dell' Olanda: in quel paese la tassazione delle royalties (espressamente prevista dal decreto), che riguardano le aziende cinematografiche, farmaceutiche, della moda e in generale tutte quelle che hanno un marchio importante, è al 10 per cento (contro il 27,5 italiano). Anche questa circostanza farebbe scattare l' inserimento in black list. Ancora più eclatante il caso di Maderae Canarie dove le tasse sulle imprese sono azzerate: le holding italiane che si sono stabilite in quelle isole dell' Unione rischiano di essere considerate come chi scappa in un «paradiso fiscale». Na parte final do texto de Petrini é considerado surpreendente os casos da Madeira e dos Açores. Tudo isto vem na sequência da polénica hoje surgida sobre paraísos fiscais onde a Madeira, mais uma vez aparece (aqui e aqui) envolvida. Contudo, já em Junho deste ano uma notícia do Republica fala, a dado passo de uma empresa - a obscura Grumus Consultadoria e Marketing Lda na Madeira - bem como em Março deste ano um artigo do jornalista Emilio Randacio sobre a lista de contas bancárias secretas de VIPs no estrangeiro onde aparecia a Madeira.

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